E’ morto a Riccione il dr. Potito Randi, presidente onorario degl’industriali teramani. Aveva 80 anni. Era nato a Faenza ma fin dal dopoguerra aveva stabilito rapporti affettivi con Castelli, dove era stato a lungo sindaco, e con Teramo.. Randi tuttavia è ricordato soprattutto per la sua prestigiosa figura di imprenditore e d’industriale, pioniere della trasformazione economica della provincia di Teramo.Presidente per vari anno dell’Unione degli industriali, è stato il primo operatore ad installare per allora una azienda di dimensioni nazionali, la Spica, che nel settore della ceramica e delle piastrelle ha tenuto testa, negli anno del boom, ai gruppi industriali più potenti. Alla base di questo successo, c’erano l’intelligenza e le capacità di Potito Randi, uomo con il bemoccolo dell’imprenditore.
Ma era, soprattutto, un esperto in chimica di riconosciuto valore, materia in cui si era laureto giovanissimo. Il successo e poi la ricchezza non avevano intaccato le sue qualità di uomo fondamentalmente semplice, sensibile, attento mecenate della cultura e dell’arte. Negli anno ‘50, chi lo conosceva bene, lo immaginava come uno spregiudicato “padrone delle ferriere”. Noi che gli siamo stati amici, possiamo confermare che, sotto la scorza di scontroso e di imprevedibile, c’era un personaggio dal cuore grande. Come quella volta che , a Napoli, ci condusse nel carcere di Poggio Reale, per portare un aiuto concreto e di solidarietà umana ad un poveraccio che appena conosceva, incappato nelle maglie della legge.
A Sassuolo, capitale della ceramica, Potito Randi era rispettato e temuto come un dio: Sapeva tenere testa ai colossi del settore per la particolare qualità dei suoi prodotti e degli smalti, delle vernici e degli impasti: un campo in cui il fondatore della Spica era davvero geniale ed imbattibile. Quando, poco prima della grande crisi dell’edilizia, con fiuto e lungimiranza, aveva ceduto i suoi stabilimenti alla multinazionale Villeroy & Boch, qualcuno disse che i grandi della ceramica avevano voluto eliminare un concorrente fastidioso e temibile. Negli ultimi anni si era ritirato nella casa di Bologna.
Fino all’ultimo, però, era rimasto amico dell’Abruzzo e di Teramo, dove contava molti amici e conservava tanti ricordi. Con Potito di Randi — non è un modo di dire - scompare un protagonista, e si chiude un capitolo che ha visto le trasformazioni più grandi e decisive della provincia di Teramo e ,in fondo, della nostra vita.
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