Confindustria.
Il primo tentativo della costituzione a Teramo dell’unione degli industriali fu effettuato da Giovanni Fabbri nel 1919. Ma la vera struttura nacque alla metà del 1900 con il presidente Livio Serafini che per due mandati dal 1950 al 1956 guidò i destini della nascente industrializzazione. Per lungo tempo nella nostra provincia ma in realtà in tutto il paese, sembrava che si dovesse contare per ciò che riguardava l’economia sulle risorse dell’agricoltura, sui doni del sole e della pioggia e sui braccianti contadini.
Il tutto veniva rafforzato dal fatto che la nostra nazione difettava di materie prime quali minerali e di risorse energetiche quale carbone ed altri combustibili, che invece erano abbondanti in altri paesi europei. La distanza che ci separava dai paesi industrializzati era abissale ed occorreva una grande dose di fiducia e caparbietà intellettuale ed operativa per colmare queste distanze e quindi recuperare terreno.
Proprio le associazioni industriali, compresa quella di Teramo, furono i luoghi dove si espresse fortemente la volontà di farcela e lanciare così la sfida al cambiamento in una Italia dove prevalevano fortemente gli interessi della grande proprietà fondiaria e le tradizioni della vecchia società rurale. Forti furono le battaglie per convincere la pubblica opinione della potenzialità dell’industria ed attirare proprio ad essa aiuti pubblici proprio per sostenerla e farla crescere.
Passaggio determinante era stato nel primo ventennio l’efficace opera del governo con a capo Giovanni Giolitti. I frutti di un lavoro costante non tardarono ad arrivare e si registrarono in campo nazionale le prime fortune degli imprenditori tra i quali Giovanni Agnelli, Camillo Olivetti, i fratelli Perrone, Giovanni Battista Pirelli, Gaetano Marzotto.
Le associazioni industriali divennero presto, alla luce anche di questi enormi successi, luoghi di discussione e di confronto, laboratori di idee e di progetti e si affinavano anche le esigenze di studiare nuove soluzioni per il trattamento dei materiali, l’organizzazione del lavoro, l’analisi dei costi e la gestione finanziaria. Fu questo il periodo di presidenza del dott. Potito Randi, in sei mandati consecutivi dal 1956 al 1972.
L’industrializzazione prese piede, molte aziende artigianali divennero industrie e nuove attività imprenditoriali iniziarono e crearono quel tessuto industriale di una provincia portata a rappresentare per tanti anni il nocciolo duro dell’imprenditoria abruzzese. In quegli anni tra le aziende teramane più conosciute a livello nazionale emergevano la Spica di Teramo, la Rolly alimentari, la Saila ,Monti Confezioni etc
|
Foto d'epoca dell'Unione Industriali di Teramo. |