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CENTENARIO DELLA NASCITA DI POTITO RANDI (1909-2009)
potito randi
potito randi
POTITO RANDI: le aziende: Spica di Castelli

La Spica di Castelli

Quando nel 1943 Randi acquistò lo stabilimento SIMAC di Castelli (che produceva stoviglieria pregiata in porcellana e con il marchio Spica candele di accensione) volle il sig.Carlini con sè per proseguire in quella sede la produzione delle candele nonché, utilizzando gli impianti e le attrezzature esistenti, riprendere la produzione della stoviglieria con il nuovo marchio SPICA non più in “porcellana” dato i costi proibitivi delle materie prime provenienti dall’estero ma in “terraglia forte” utilizzando solo quelle di nazionalità italiana. La fornitura delle candele per usi militari terminò a fine guerra e proseguì in modo ridotto con per un modello Vespa e la Lambretta immesso da poco sul mercato.

La stoviglieria che all’inizio era richiesta principalmente dal mercato napoletano con prezzi non sufficientemente remunerativi, consiglio al dott. Potito Randi ed al suo capo-fabbrica il prof. Giulio Ricci (artista e scultore faentino) ad iniziare a prepare degli stampi per immettere in commercio una serie completa di articoli marcati Iron-stone con aspetto tendente al barocco, successivamente impreziosita da decorazioni ottenute con decalcomanie (come la tradizionale porcellana di Boemia). Fu realizzata inoltre una nuova produzione con forme e disegni innovativi, tutta realizzata a mano per opera di decoratori tra i migliori del momento che precedentemente avevano prestato la propria opera presso la Simac di Castelli.
Il sig. Vincenzo Carlini intanto aveva realizzato un avveniristico tipo di macchina smaltatrice a pinza rotante per i piatti di forma circolare che evitava l’incostante accumulo dello smalto ai bordi come normalmente avveniva con la smaltatura manuale ad immersione.

Pur di ridotte dimensioni lo stabilimento fu adattato ad una produzione ceramica assai diversificata. Oltre a quanto indicato in precedenza l’obiettivo del dott. Randi era quello di produrre articoli necessari per la ricostruzione.
Dopo la guerra studiò e mise a punto una serie infinita si impasti e smalti ceramici con formule segrete. Fin dall'inizio assunse un giovane dipendente Giuseppe D'Agostino che gli rimase sempre vicino come fedele collaboratore. Si realizzò una produzione, se pur in scala ridotta, della stoviglieria, di piastrelle da rivestimento e da pavimento in diversi formati con particolari ed esclusivi decori effettuati in serie ma ottenuti a mano attraverso un innovativo metodo serigrafico.

Questo sistema ebbe uno sviluppo importante nel campo ceramico nazionale e solamente dopo una decina d’anni alcune ditte specializzate emiliane si accinsero a costruire ed immettere nel mercato le prime macchine serigrafiche automatiche.
Interessante ed innovativa fu la produzione dei “pennellati” sia da rivestimento che da pavimento con un sistema particolarmente veloce ed economico di smaltatura in continuo.

Ebbe successo anche la produzione di pavimenti “prato fiorito” decorati esclusivamente a mano nei formati 20x20 e 20x30 cm.
Furono prodotti anche i prototipi di apparecchi igienico sanitari in vitreous-china ed in fire-clay ed una piccola produzione degli stessi per sondare il mercato.

Lo stabilimento di Castelli è servito poi come prezioso laboratorio primario per la realizzazione e lo sviluppo dei prototipi per quanto successivamente fu prodotto dalla Ceramica SPICA di Teramo e della SPEA di S. Atto.
Inoltre a Castelli furono realizzati tutti i diversi manufatti in refrattario necessari alla costruzione dei forni a tunnel nei nuovi stabilimenti con evidente risparmio economico.

photo Foto d'epoca della Spica di Castelli
Il prof. Giulio Ricci  e la signora Magazzeni in una pausa per la gita   Una delle stazioni della Via Crucis realizzata dagli artisti Bentini e Ricci   La signora Eufrasia con la notissima conca abruzzese, davanti al cancello della Spica Castelli   Il dott. Potito Randi  con funzionari e dirigenti nella piazza principale di Castelli
I ragionieri Ugo Paoletti e Giovanni Magazzeni dirigenti della Spica di Castelli   Lo splendido scenario del Monte Camicia e la cittadina di Castelli ripresi dallo stabilimento della Spica   Un gruppo di dipendenti con le signore Giovanna e Maria   I pulmans pronti con le maestranze per la partenza con destino fiera della ceramica
Una festa di compleanno di un dipendente della Spica di Castelli   Un brindisi per un traguardo raggiunto Il prof. Giulio Ricci con Donato Leonetti e Francesco Di Carmine   Anno 1952. La Scuola d'arte di castelli in visita alla Spica. Una significativa e concreta collaborazione con l’Istituto. Nella foto tra gli altri sono riconoscibili il Prof. Antonio Rosa, il prof. Giorgio Saturni, il prof. Vincenzo Fuina, il prof. Arrigo Visani, Sante Albarello, Palmieri Fernando, Giorgio Baitello direttore, Erminio Terregna, dott. Potito Randi, Dino Mercante, ing. Ubaldo Stella, ing. Vincenzo Carlini, Eugenio Volpe capo officina, don Antonio Fuina. Nella fila in basso tra gli altri Pardi Rosanna, Maria Mercante, Tonino Olivieri, Pardi Giovanni, Guerrieri Giovanni, Gabriele De Petris, Luigi Di Stefano.   Il Prof. Giulio Ricci con la famiglia
Veduta della Spica di Castelli anni 2000 con al centro la ciminiera dei forni   Veduta della fabbrica Spica anni '40   Veduta interna dei cortili dello stabilimento Spica   Reparto stoviglieria
Reparto stampi      


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